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«Ciò che ha reso l’iPhone-photography così popolare è la possibilità di scegliere l’estetica che preferisci. Scatti un’immagine col tuo telefono e grazie a una app puoi farla sembrare un dagherrotipo. Questo, ovviamente, mette in discussione i confini di ciò che si ritiene “giornalisticamente” accettabile: i fotogiornalisti sono tenuti a documentare la realtà che hanno davanti, e non a ricrearla in postproduzione». Ma ben prima dell’iPhone, questo problema si poneva già con l’indiscriminato uso di Photoshop da parte dei fotografi. «Oggi — continua Lowy — quando scatto con l’iPhone, e scelgo consapevolmente un obiettivo e una pellicola digitale, non ritocco in alcun modo lo scatto. Semplicemente, uso una macchina particolare per ottenere una particolare estetica». Che l’estetica di Lowy, «contrastata, leggermente desaturata, nitida», possa omologare, con il lancio del Lowy Pack da lui ispirato, lo sguardo di milioni di altri utenti, resta un rischio concreto. Ma, forse, vale la pena correrlo. «Tutti hanno una penna — taglia corto lui —, ma non tutti sanno scrivere».

Si conclude cosi un articolo pubblicato su La Lettura de Il Corriere della sera

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